7 Ott 2021 - News
Prosecco vs Prosek
Prosecco e Prosek: quando non si può lasciar correre un nome
La querelle, aperta a inizio settembre, vede l’Italia e la Croazia fronteggiarsi nella difesa del proprio vino davanti alla Commissione europea. Se infatti per l’Italia la scelta della Commissione europea di dare il via libera alla registrazione della dicitura tradizionale croata Prosek è dannosa, per la Croazia è, invece, il riconoscimento di un vino prodotto in quelle terre da oltre 2000 anni. Un vino che non ha nulla in comune con il Prosecco se non il suono, secondo l’eurodeputato croato Tonino Picula.
Prosecco e Prosek: differenze
A supporto delle sue affermazioni, vi è la tipologia stessa in cui i due vini vengono catalogati. Il Prosecco, vino bianco DOC (denominazione di origine controllata) prodotto in Veneto principalmente e in Friuli Venezia Giulia, è uno spumante frizzante o fermo noto in tutto il mondo, attestato fin dalla fine del Cinquecento.
Il Prosek, invece, è un vino dolce di colore giallo ambrato, fermo, simile a un passito. Viene prodotto in Dalmazia da migliaia di anni (soprattutto nell’isola di Hvar) in alcune decine di migliaia di bottiglie. Togliere questo vino storico alla Dalmazia, secondo l’enologo Tomic, sarebbe un po’ come portarle via il mare.
Prosecco e Prosek: il nome che divide
Il problema, dunque, verte solo ed esclusivamente sul nome Prosek, un nome troppo simile al Prosecco e che, se approvato, lederebbe ancora una volta il prodotto Made in Italy. A sollevare la questione, oltre al Miipaf, anche il consorzio Docg, la Coldiretti e molte forze politiche.
Spiega il sottosegretario alle politiche agricole alimentari e forestali Centinaio:
Per i giudici, il regolamento Ue protegge le Dop da condotte relative sia a prodotti che a servizi e può sussistere evocazione di una IGP o di una Dop qualora, trattandosi di prodotti di apparenza analoga, vi sia un’affinità fonetica e visiva tra l’Igp o la Dop e il segno contestato.
Sembrerebbe dunque che il Prosek possa rientrare in questa particolare casistica. Il vero problema, di fatto, è che, se approvato, costituirebbe un precedente per molti altri prodotti, che approfitterebbero della notorietà del nome per posizionarsi facilmente sul mercato, danneggiando l’articolo protetto.
Prosecco o Prosek, questo è il dilemma
Dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, l’Italia ha due mesi per presentare le sue osservazioni. Come quella, già accennata per altro, sul precedente caso dello Champanillo spagnolo (i tapas bar che hanno nome e logo che evocano il celebre spumante), vinto dallo Champagne francese.