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14 Ott 2017 - News

Marchio internazionale e nuove possibilità di sviluppo per le aziende italiane

Il marchio internazionale si allarga verso Est: con l’adesione della Tailandia e dell’Indonesia il sistema di Madrid raggiunge cifra tonda e può annoverare, all’interno dell’Organizzazione Mondale della Proprietà Industriale il suo novantanovesimo e centesimo membro.

Quella conferita dalla registrazione internazionale è la possibilità di depositare, con un’unica domanda, un marchio in ognuno dei Paesi aderenti all’Accordo e al Protocollo di Madrid attraverso la presentazione di un’unica domanda. Non solo dunque la gestione amministrativa dei marchi nei singoli Paesi sarà più agevole, in virtù di scadenze comuni, rinnovi simultanei, e registrazione di cambiamenti in tutti gli Stati designati con un’unica domanda, ma ai titolari sarà garantito anche un enorme risparmio economico derivante dalla possibilità di depositare la domanda senza dover dunque sostenere i costi di un corrispondente estero per ogni Paese scelto.

Il marchio internazionale garantisce anche una tempistica di rilascio del marchio entro un periodo predeterminato, che si attesta entro 18 mesi dalla data di deposito della domanda di registrazione.

Uno strumento fondamentale dunque per le aziende che puntano ad una strategia commerciale i cui orizzonti escano anche fuori del nostro Paese ma che, come ormai tutti quanti, devono prestare particolare attenzione al mantenimento dei costi.

Dal 7 di novembre è dunque possibile designare la Tailandia in una domanda di marchio internazionale, oppure espandere la protezione in tale Paese attraverso la designazione successiva di un marchio già esistente.

A partire dal 2 gennaio 2018, sarà invece l’Indonesia ad entrare operativamente tra i Paesi nei quali poter sfruttare i vantaggi garantiti dal marchio internazionale.

La firma del protocollo di Madrid da parte del Ministro della Giustizia e dei Diritti Umani indonesiano Yasonna Laoly, è arrivata dopo una due giorni di incontri che il Direttore Generale dell’OMPI, Francis Gurry ha svolto nel paese asiatico. L’Ufficio marchi locale, pur avendo ancora un arretrato di oltre diecimila marchi da esaminare, attraverso l’assunzione di altri 20 esaminatori nel 2017 sta dimostrando di riuscire a garantire una pubblicazione più celere dei titoli depositati.

Il Sistema di Madrid, con i suoi cento membri, abbraccia gran parte del mondo e la maggior parte degli Stati più importanti a livello economico. All’appello mancano però ancora i Paesi del Sudamerica (ad eccezione della Colombia) che non hanno ad oggi ancora ratificato le convenzioni che sottendono al marchio internazionale, anche a causa delle tempistiche di esame dei titoli di proprietà industriale che, essendo estremamente lunghe, non riescono a rientrare negli standard richiesti dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Industriale.

“Questo sistema dimostra di essere lo strumento migliore per la crescita della proprietà industriale in tutto il mondo, oltre che per ottenere il migliore livello di protezione globale. L’innovazione sta diventando sempre più veloce e ci sta ponendo un numero molto alto di sfide che dovremo gestire al meglio” ha sottolineato il Direttore Generale della World Intellectual Property Organization, Grancis Gurry, in apertura della cinquantasettesima assemblea generale degli Stati membri della WIPO. “Come hanno fatto l’Indonesia e la Thailandia, tutti gli Stati dovrebbero considerare seriamente i benefici che conferisce il sistema del marchio internazionale e pensare di unirsi a noi” ha concluso.

L’ingresso dei due Paesi è la cartina tornasole di un trend che vede sempre più mercati asiatici meno conosciuti, oltre ai tradizionali cinese, giapponese o coreano, affacciarsi al commercio internazionale. Un trend che però non dimentica l’importanza del nostro continente che, secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Industriale, rappresenta il secondo mercato di sbocco per i titolari di marchi internazionali, secondo solo alla Cina.

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