20 Mag 2025 - Approfondimenti
Brevetti per nuove varietà vegetali: tutela, funzionamento, vantaggi e criticità
La protezione delle innovazioni in ambito vegetale rappresenta un tema di crescente rilevanza, specialmente alla luce dello sviluppo di nuove tecnologie genetiche e della necessità di garantire la sicurezza alimentare in un contesto globale in trasformazione. Tra gli strumenti giuridici previsti a tal fine, i brevetti per nuove varietà vegetali svolgono un ruolo centrale, accanto ad altri sistemi di protezione come il diritto di costitutore vegetale (plant breeder’s right).
Cosa sono i brevetti per varietà vegetali?
I brevetti per varietà vegetali sono titoli di proprietà industriale che conferiscono al titolare il diritto esclusivo di produrre, utilizzare, commercializzare e cedere una nuova varietà vegetale, purché questa soddisfi determinati requisiti legali. Si tratta, in sostanza, di uno strumento di tutela delle innovazioni ottenute nel campo dell’agricoltura e delle biotecnologie vegetali.
In Europa, il sistema brevettuale convive con la protezione offerta dal sistema UPOV (Convenzione Internazionale per la Protezione delle Nuove Varietà Vegetali), attuato tramite l’Ufficio comunitario delle varietà vegetali (CPVO) e previsto anche in Italia dal D.lgs. 30/2005 (Codice della proprietà industriale), agli articoli 100 e ss.
Cosa tutelano?
I brevetti per varietà vegetali tutelano invenzioni biotecnologiche che riguardano:
- nuove varietà ottenute tramite ingegneria genetica o tecniche avanzate di selezione;
- sequenze genetiche isolate e associate a una funzione;
- metodi specifici di produzione di varietà resistenti a malattie, parassiti, siccità, ecc.
Tuttavia, non sono brevettabili in Europa:
- le varietà vegetali in quanto tali (art. 53(b) CBE, Convenzione sul Brevetto Europeo), se non soddisfano i requisiti di novità e inventività;
- i procedimenti essenzialmente biologici per la produzione di piante (es. incrocio e selezione tradizionale);
- le varietà già protette dal diritto di costitutore vegetale (salvo invenzioni che vadano oltre la varietà in sé).
Requisiti di brevettabilità
Per ottenere un brevetto, la varietà o l’invenzione vegetale deve soddisfare i consueti requisiti di brevettabilità:
- novità (non divulgata prima della data di deposito);
- attività inventiva (non ovvia per un esperto del settore);
- applicabilità industriale;
- descrizione sufficiente (la varietà o il gene devono essere descritti in modo tale da poter essere riprodotti da un esperto del settore).
Come funziona la protezione?
Una volta ottenuto, il brevetto conferisce al titolare un diritto esclusivo della durata di 20 anni dalla data di deposito. In caso di diritto di costitutore vegetale (che può coesistere o essere alternativo), la durata è di 25 o 30 anni a seconda della specie.
La tutela consente di vietare a terzi:
- la produzione e la vendita della varietà brevettata;
- l’uso del materiale vegetale a fini commerciali;
- l’importazione e l’esportazione non autorizzata.
Quali sono i vantaggi
1. Incentivo all’innovazione
Il sistema brevettuale garantisce un ritorno economico a chi investe in ricerca e sviluppo di nuove varietà, incentivando il progresso in agricoltura e biotecnologia.
2. Protezione efficace del know-how
Il brevetto consente di proteggere varietà e tecnologie che possono avere un alto valore commerciale, specialmente in ambito OGM e miglioramento genetico.
3. Strumento di valorizzazione
Come ogni titolo di proprietà industriale, il brevetto può essere ceduto, concesso in licenza, valorizzato economicamente e indicato come asset in bilancio.
E quali gli vantaggi e le criticità?
1. Accesso limitato e concentrazione del mercato
La brevettazione può ostacolare l’accesso alle risorse genetiche da parte di piccoli agricoltori o ricercatori pubblici, accentuando la concentrazione nelle mani di grandi multinazionali.
2. Sovrapposizione normativa
La coesistenza tra il sistema brevettuale e il diritto di costitutore vegetale può generare incertezza, anche giurisprudenziale, specie nei casi in cui si tenta di brevettare tratti genetici presenti in varietà già protette.
3. Questioni etiche
Soprattutto nel caso di piante geneticamente modificate, la brevettabilità solleva interrogativi etici sull’appropriazione di risorse naturali e sulla sostenibilità del sistema agricolo.
I brevetti per varietà vegetali rappresentano uno strumento strategico per la tutela dell’innovazione nel settore agroalimentare e biotech, ma devono essere gestiti in modo equilibrato per non compromettere l’accesso equo alle risorse genetiche e la sostenibilità del settore primario. Una corretta regolazione, l’uso responsabile dei diritti e l’integrazione con altri strumenti di tutela come il diritto di costitutore vegetale sono elementi chiave per garantire un equilibrio tra innovazione, sviluppo e interesse pubblico.