12 Ago 2025 - Approfondimenti
Nullità del brevetto: requisiti, procedura e valore strategico per le imprese
La nullità del brevetto è uno degli strumenti centrali di tutela e riequilibrio del sistema della proprietà industriale. Serve a eliminare dal mercato quei titoli di esclusiva che non rispettano i requisiti di legge e che, se mantenuti, ostacolerebbero ingiustamente la concorrenza e l’innovazione. Non si tratta soltanto di un meccanismo “difensivo”, ma di un’azione che può assumere un rilevante significato strategico per le imprese che operano in mercati ad alta intensità tecnologica.
I presupposti della nullità
In Italia, la materia è disciplinata dal Codice della Proprietà Industriale (D.lgs. 30/2005), in particolare dall’art. 76, che individua in modo puntuale le cause di nullità.
Il brevetto è nullo quando manca almeno uno dei requisiti fondamentali di brevettabilità. La novità è il primo di essi: un’invenzione non può essere protetta se la sua sostanza tecnica era già compresa nello stato della tecnica prima della data di deposito o di priorità. Altro requisito imprescindibile è l’attività inventiva, che richiede un salto creativo non ovvio per un tecnico del settore. Una soluzione tecnica banale o derivabile facilmente da conoscenze preesistenti non può essere oggetto di monopolio.
Segue l’applicazione industriale, che deve essere concreta, ripetibile e realizzabile in ambito produttivo. Senza di essa, il brevetto è privo di utilità pratica. Esistono poi materie escluse dalla brevettazione, come scoperte scientifiche, teorie matematiche o invenzioni contrarie all’ordine pubblico. Anche la descrizione insufficiente è causa di nullità: il testo brevettuale deve consentire a un tecnico del settore di realizzare l’invenzione senza sforzi inventivi ulteriori. Infine, è nulla la protezione concessa su materia tecnica introdotta solo in una fase successiva, cioè quando le rivendicazioni estendono il contenuto oltre quanto originariamente depositato.
Va ricordato che la nullità può essere totale o parziale: nel secondo caso, cadono soltanto alcune rivendicazioni, mentre il brevetto può sopravvivere in una versione più ristretta.
Come si promuove l’azione di nullità
La nullità può essere dichiarata attraverso un procedimento giudiziale o, in determinati contesti, con una procedura amministrativa di opposizione.
In sede giudiziale, la domanda si propone davanti alle sezioni specializzate in materia di impresa del tribunale competente. Può essere introdotta come azione autonoma oppure in via riconvenzionale, ad esempio per contrastare un’azione di contraffazione.
Sul piano amministrativo, il sistema prevede, per i brevetti europei, la possibilità di opposizione davanti all’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) entro nove mesi dalla concessione. Per i brevetti italiani, la procedura di opposizione è più limitata e riguarda specificamente i modelli di utilità e i disegni e modelli registrati, ma si sta discutendo di possibili ampliamenti.
Chi intende chiedere la nullità deve dimostrare un interesse concreto e attuale: questo interesse può consistere, ad esempio, nell’esigenza di immettere sul mercato un prodotto o una tecnologia che il brevetto contestato ostacola. Non è necessario essere già destinatari di un’azione per contraffazione, ma è indispensabile motivare la domanda in modo circostanziato, indicando i motivi di nullità e fornendo le relative prove. Nella prassi, ciò significa predisporre un’analisi tecnica dello stato della tecnica, individuare anteriorità rilevanti, esaminare criticamente le rivendicazioni e, spesso, avvalersi della collaborazione di un consulente in proprietà industriale per la redazione di una relazione tecnica.
Cosa accade dopo la dichiarazione di nullità
Una volta che il brevetto viene dichiarato nullo, esso cessa di produrre effetti ex tunc, cioè retroattivamente fin dalla data di deposito. È come se il diritto esclusivo non fosse mai esistito: chiunque può quindi utilizzare liberamente la tecnologia o il procedimento oggetto del brevetto, senza necessità di autorizzazione o pagamento di royalties.
Tuttavia, questo non significa che la società che ha ottenuto la nullità possa automaticamente depositare un proprio brevetto sulla stessa invenzione. Infatti, se il motivo di nullità riguarda la mancanza di novità o di attività inventiva, significa che l’invenzione era già anticipata nello stato della tecnica: di conseguenza, anche un nuovo deposito verrebbe rigettato per le stesse ragioni. Diverso è il caso in cui la nullità sia stata dichiarata per ragioni formali, ad esempio insufficiente descrizione o estensione indebita: in questi scenari, se esistono elementi tecnici nuovi o miglioramenti non divulgati in precedenza, è teoricamente possibile depositare un nuovo brevetto, purché soddisfi tutti i requisiti di brevettabilità.
La valenza strategica per le aziende
Per un’impresa, l’azione di nullità non è soltanto un rimedio contro un brevetto altrui ingiustificato. È, in molti casi, una mossa strategica per liberare spazi di mercato e consolidare la propria posizione competitiva. Un brevetto debole, se non contestato, può agire come una barriera artificiale all’ingresso, scoraggiando la concorrenza anche quando la protezione non è legittima.
Agire per la nullità consente quindi di recuperare libertà di operare (“freedom to operate”), di usare la minaccia dell’azione come leva negoziale in trattative di licenza o di coesistenza, e di inviare un segnale al mercato circa la propria determinazione nel difendere l’accesso alle tecnologie.
Immaginiamo due aziende operanti nel settore della componentistica elettronica. La società Alfa ha brevettato un particolare circuito destinato a dispositivi di ricarica rapida per veicoli elettrici. Questo brevetto, seppur concesso, presenta alcune debolezze: studi di settore mostrano che soluzioni molto simili erano già state pubblicate in articoli scientifici due anni prima del deposito.
La concorrente Beta, interessata a lanciare un proprio sistema di ricarica compatibile con lo stesso principio, si trova di fronte a un bivio: pagare una licenza costosa ad Alfa o affrontare il rischio di un contenzioso per contraffazione. Beta incarica il proprio reparto legale e tecnico di analizzare il fascicolo brevettuale di Alfa, individua le anteriorità rilevanti e avvia un’azione di nullità dinanzi al tribunale competente.
Il giudice, accertata la mancanza di novità, dichiara nullo il brevetto di Alfa. Beta ottiene così non solo la libertà di commercializzare il proprio prodotto, ma anche un vantaggio competitivo immediato: è la prima sul mercato con una tecnologia di ricarica rapida libera da vincoli brevettuali, mentre Alfa perde la possibilità di imporre licenze o limitare la concorrenza. Inoltre, l’esito positivo dell’azione rafforza l’immagine di Beta come operatore solido e capace di difendere le proprie innovazioni.
Chiedere la nullità di un brevetto significa entrare in un campo in cui diritto e tecnologia si intrecciano strettamente. È un’operazione che richiede competenze integrate, tempismo e una chiara strategia industriale. Non si tratta solo di rimuovere un ostacolo, ma di ridisegnare gli equilibri di un mercato, aprendo nuove possibilità di sviluppo e rafforzando la libertà di operare. In un contesto competitivo, saper individuare i titoli deboli e contestarli con successo può fare la differenza tra subire vincoli e costruire attivamente il proprio spazio di crescita.