13 Feb 2025 - Approfondimenti
Marchi e musica: il caso Taylor Swift e la perdita degli album storici
Nel panorama musicale contemporaneo, l’equilibrio tra l’autonomia artistica e le necessità commerciali è una delle sfide più grandi per ogni artista. Taylor Swift, una delle figure più influenti della musica pop moderna, ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà di questo equilibrio, specialmente quando, nel 2018, ha deciso di fare il grande passo e firmare un contratto con la casa discografica Republic Records, abbandonando la Big Machine Records, etichetta che l’aveva lanciata nel panorama musicale mondiale. Questo passaggio, seppur carico di opportunità, ha avuto anche un costo, ovvero la perdita dei suoi primi sei album, registrati con la Big Machine Records nel periodo compreso tra il 2006 e il 2017.
Le motivazioni
Agli esordi di carriera, Taylor Swift ha firmato il primo contratto con la casa discografica Big Machine Records; nelle contrattazioni tra musicisti e case discografiche, è solito che la casa discografica detenga i diritti sulle registrazioni originali (master), in cambio di un compenso anticipato all’artista, mentre l’artista rimane proprietario dei diritti sulla canzone o composizione musicale di per sé, quindi testi e melodie.
Nello specifico, a seguito dell’accordo tra Taylor Swift e la Big Machine Records, la casa discografica finiva per detenere i diritti sulle registrazioni originali dei pezzi, mentre alla cantante restavano i diritti relativi alla proprietà dei testi e delle melodie.
La costruzione del marchio personale e il successo
A seguito del passaggio della cantante alla nuova casa discografica, la Big Machine Records è stata poi acquisita dal manager Scooter Braun che, con questa acquisizione, ha finito per ottenere i diritti sulle registrazioni originali presenti nei primi sei album di Swift, nonché una percentuale sugli incassi e sull’utilizzo di tali canzoni, oltre al potere di decidere come esse potessero essere impiegate, senza che la cantante potesse avere voce in capitolo.
Nonostante diversi tentativi, la cantante non è mai riuscita ad acquistare i diritti sui pezzi originali. Conseguentemente, vista l’impossibilità di sfruttare appieno il potenziale commerciale dei suoi album storici, la cantante ha avuto l’idea di procedere ad una ri-registrazione dei primi sei album, dal momento che su questi deteneva ancora i diritti relativi alla proprietà dei testi e delle melodie. Ai sensi della legge statunitense sul diritto d’autore, infatti, i diritti della casa discografica proprietaria della registrazione originale – ossia del master – non si estendono alla creazione o duplicazione di un’altra registrazione sonora consistente in una fissazione indipendente di altri suoni, anche se questi possono imitare quelli registrati nel master.
La scelta di registrare di nuovo le sue canzoni storiche ha avuto un impatto enorme, sia sul piano commerciale sia sul piano emotivo. Ogni uscita di una ri-registrazione, accompagnata questa volta dal marchio registrato Taylor’s Version, è diventata un evento mediatico e coinvolgente per i fan, che hanno solidarizzato con l’artista contro il potere a loro giudizio preponderante delle case discografiche.
Inoltre, ogni “Taylor’s Version” ha visto l’introduzione di nuove tracce (i cosiddetti “From the Vault”), che hanno ulteriormente attirato l’attenzione del pubblico, trasformandosi in una vera e propria strategia di marketing che ha polarizzato l’attenzione dei fans a livello mondiale.
Ad oggi, la cantante ha registrato un notevole numero di marchi, relativi al proprio patronimico, sigla, nonché a molteplici titoli di canzoni e album; questi risultano, inoltre, registrati in relazione a categorie merceologiche differenziate tra loro, che vanno da capi di abbigliamento ai servizi di intrattenimento fino a prodotti quali poster e fotografie, dando vita ad un vero e proprio fenomeno di marketing di estremo successo.
Impatto culturale derivante
La mossa di Taylor Swift relativa alla ri-registrazione degli album storici non solo ha rinvigorito la sua carriera, ma ha anche avuto un impatto significativo sull’intera industria musicale. La rinnovata attenzione sui suoi album ha contribuito ad aumentare le vendite dei suoi master rilasciati dalla Big Machine, ma ha anche spinto altri artisti a riflettere sulle proprie contrattazioni con le etichette discografiche, soprattutto riguardo ai diritti sui master.
Dal punto di vista culturale, l’azione di Taylor Swift ha sottolineato un cambiamento più ampio nell’industria musicale, dove il controllo creativo e commerciale viene più accentrato nelle mani degli artisti, e non più solo in quelle delle etichette discografiche. La cantante ha utilizzato la sua visibilità per sensibilizzare il pubblico sui problemi legati alla gestione dei diritti d’autore, e la sua battaglia ha ispirato un’intera generazione di artisti a prendere coscienza del valore del proprio lavoro e della propria arte.
Il caso di Taylor Swift è un esempio lampante di come il marchio di un artista e il controllo sulla propria musica possano diventare strumenti di lotta e di empowerment. La risposta della cantante alla perdita dei diritti sui suoi album storici ha rafforzato il suo status di icona culturale e imprenditrice. Rilasciando le versioni rinnovate dei suoi lavori, Swift ha dimostrato come sia possibile riconquistare il controllo su un passato commerciale che, in un altro scenario, sarebbe stato destinato a restare nelle mani di altre persone.
In questo modo, Taylor Swift non solo ha ridefinito il concetto di marchio nell’industria musicale, ma ha anche mostrato a tutti gli artisti come la perdita di qualcosa possa, paradossalmente, trasformarsi in un’opportunità per riprendersi la propria voce e il proprio futuro.