18 Nov 2025 - Approfondimenti
La storia del brevetto di Nescafé®: come i brevetti hanno cambiato le sorti di Nestlé®
Quando oggi pronunciamo “Nescafé®”, pensiamo a un prodotto globale, un marchio che fattura miliardi e che ha insegnato al mondo a bere caffè solubile. Eppure, all’origine di questa storia non c’è un’intuizione romantica, bensì una strategia industriale fondata sui brevetti, grazie alla quale Nestlé® ha trasformato un problema di mercato in uno dei suoi asset più duraturi.
All’inizio degli anni Trenta il Brasile, maggiore produttore mondiale di caffè, soffocava sotto eccedenze gigantesche: milioni di sacchi invenduti, prezzi in crollo, produzione difficile da conservare. Il governo brasiliano si rivolse a Nestlé®, chiedendo un modo efficiente per valorizzare il caffè, ridurne il volume e renderlo stabile nel tempo. La società incaricò allora il chimico svizzero Max Morgenthaler di trovare una soluzione che non fosse un semplice surrogato aromatico, ma un vero caffè pronto all’uso, stabile, economico da produrre e di gusto accettabile.
Nel 1937 arrivò la svolta: Morgenthaler perfezionò una tecnica di estrazione e spray-drying che permetteva di ottenere un caffè solubile stabile, aromatico e immediato. Non era una miscela improvvisata: era un salto tecnologico. E quella tecnica venne brevettata. Il brevetto su Nescafé® non fu un dettaglio amministrativo ma l’elemento che consentì a Nestlé® di creare, controllare e dominare un mercato completamente nuovo. L’azienda non si limitò a registrare il prodotto finale, ma concentrò la tutela soprattutto sul processo di estrazione, concentrazione ed essiccazione. In questo modo impedì ai concorrenti di replicare la stessa tecnologia, aggiunse valore industriale a una commodity agricola e rese Nescafé® difficilmente sostituibile, consolidando una posizione di leadership in un settore nascente.
Il vero momento di accelerazione arrivò durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli eserciti, in particolare quello statunitense, avevano bisogno di una bevanda calda, rapida e stabile nelle razioni dei soldati. Nescafé® divenne rapidamente la soluzione ideale. La protezione brevettuale permise a Nestlé® di garantire standard uniformi a milioni di militari ed evitò che concorrenti emergenti potessero offrire prodotti simili. Il risultato fu che il marchio entrò nella quotidianità di un’intera generazione. Terminato il conflitto, il prodotto tornò alla vita civile con una reputazione già globale, e negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta Nescafé® si radicò come sinonimo stesso di caffè solubile. Tutto questo non sarebbe stato possibile se quella tecnologia fosse stata liberamente replicabile.
La forza dei brevetti si manifestò nel modo più evidente: essi permisero a Nestlé® di creare un mercato prima inesistente, trasformare un bene agricolo a basso margine in un prodotto industriale ad alto valore aggiunto, convertire una crisi di settore in un vantaggio competitivo duraturo e consolidare un brand planetario prima che la concorrenza potesse colmare il divario. Quando il brevetto originario decadde, il vantaggio competitivo non svanì. A quel punto Nescafé® era già un colosso globale sostenuto dal valore del marchio, dal know-how interno e da una serie di ulteriori miglioramenti tecnologici, anch’essi tutelati.
La verità, per quanto cruda, è semplice: senza quel brevetto originario Nescafé® non avrebbe mai dominato il mondo del caffè solubile. Senza protezione industriale, il mercato sarebbe diventato rapidamente indifferenziato, i produttori locali avrebbero invaso il settore con copie a basso costo e il marchio della multinazionale svizzera sarebbe rimasto uno tra tanti. Con la protezione, invece, Nestlé® poté investire in ricerca, differenziare costantemente l’offerta e costruire un impero industriale.