17 Giu 2025 - Approfondimenti
Il primo brevetto della storia: un punto di svolta per l’innovazione
La storia dei brevetti affonda le sue radici nel cuore del Rinascimento, un’epoca di fervente creatività e scoperta. Il primo documento che può essere considerato, a tutti gli effetti, un brevetto moderno fu concesso nel 1421 dalla Repubblica di Venezia a Filippo Brunelleschi, celebre architetto e ingegnere fiorentino. Questa concessione non solo riconosceva ufficialmente l’ingegno dell’inventore, ma apriva la strada a un sistema normativo destinato a trasformare profondamente il rapporto tra invenzione e società.
L’invenzione del Brunelleschi
Il brevetto concesso a Brunelleschi riguardava una “barca con gru”, una sorta di natante con sistema di sollevamento meccanico progettato per il trasporto di marmi lungo l’Arno, da Pisa a Firenze. Questo mezzo innovativo, descritto come una “macchina atta a trasportare merci su acque”, mirava a facilitare la movimentazione dei pesanti materiali da costruzione necessari per la realizzazione della cupola del Duomo di Firenze, altro celebre capolavoro dell’architetto.
La tutela: contenuto e durata
Il Senato veneziano concesse a Brunelleschi un privilegio esclusivo della durata di tre anni: durante questo periodo, nessun altro poteva costruire, utilizzare o copiare l’invenzione senza il suo consenso. In caso contrario, le autorità avrebbero confiscato il natante e applicato sanzioni. Questo tipo di protezione – basato su un privilegio temporaneo – segnava una novità giuridica di rilievo: per la prima volta, l’innovazione tecnica veniva tutelata attraverso un diritto soggettivo esclusivo, riconosciuto dallo Stato.
Un precedente giuridico e culturale
Il brevetto a Brunelleschi non fu solo un atto politico o commerciale, ma un riconoscimento formale del valore della creatività tecnica. Fino ad allora, le conoscenze e le invenzioni venivano spesso custodite come segreti di bottega o tramandate oralmente. L’atto veneziano, invece, formalizzava un patto tra inventore e collettività: in cambio della divulgazione dell’invenzione, l’inventore riceveva un’esclusiva temporanea. Questo principio è ancora oggi alla base del moderno sistema brevettuale.
L’importanza del primo brevetto
L’importanza del primo brevetto risiede nella sua funzione sistemica: ha inaugurato un meccanismo di incentivo giuridico all’innovazione. Offrendo una tutela ufficiale, lo Stato favoriva la diffusione della conoscenza tecnica e stimolava il progresso economico e industriale. Il privilegio concesso a Brunelleschi può quindi essere visto come il prototipo delle leggi sui brevetti, che nei secoli successivi si sarebbero evolute fino agli attuali sistemi nazionali e sovranazionali di tutela della proprietà industriale.
In conclusione, il primo brevetto non fu solo un atto amministrativo, ma l’alba di una nuova epoca in cui l’ingegno umano poteva essere riconosciuto, protetto e valorizzato come risorsa strategica. Un’intuizione che, sebbene nata nel contesto delle repubbliche mercantili italiane del Quattrocento, conserva ancora oggi una straordinaria attualità.