11 Nov 2025 - Approfondimenti
Il know-how: patrimonio invisibile ma strategico per le imprese
Nel panorama della proprietà industriale, il know-how rappresenta una delle risorse più preziose e, al tempo stesso, più delicate da proteggere. Si tratta di un insieme di conoscenze tecniche, pratiche ed esperienziali che, pur non essendo formalizzate in un titolo di privativa industriale come un brevetto o un disegno, conferiscono all’impresa un vantaggio competitivo concreto e duraturo.
Che cosa si intende per know-how
Il termine know-how – letteralmente “sapere come” – indica un complesso di informazioni e competenze di natura tecnica, commerciale o organizzativa che risultano:
- segrete, ossia non generalmente note o facilmente accessibili agli operatori del settore;
- aventi valore economico, proprio in quanto segrete;
- sottoposte a misure ragionevoli di protezione da parte di chi le detiene.
Questa definizione trova oggi un preciso riferimento normativo nella Direttiva (UE) 2016/943, recepita in Italia con il D.lgs. 63/2018, che ha introdotto nel Codice della proprietà industriale (artt. 98 e 99 c.p.i.) una disciplina organica dei “segreti commerciali”. In sostanza, il know-how costituisce una categoria dei segreti commerciali, purché risponda ai requisiti sopra indicati.
In cosa consiste concretamente
Il know-how può riguardare una vasta gamma di conoscenze: formule di produzione, processi industriali, algoritmi, metodologie di progettazione, strategie di marketing, liste di clienti o fornitori, fino a procedure interne di gestione e controllo qualità.
Ciò che accomuna queste informazioni è la loro non brevettabilità o non brevettazione volontaria, e il fatto che il loro valore risieda nella riservatezza.
Un esempio classico è la ricetta di un prodotto alimentare o di una bevanda famosa, non brevettata ma mantenuta segreta per decenni: il vantaggio competitivo nasce proprio dal segreto.
Perché è importante tutelarlo
La tutela del know-how è fondamentale perché la sua perdita può comportare un danno economico immediato e difficilmente quantificabile. A differenza del brevetto, che attribuisce un diritto esclusivo formalizzato e pubblicamente riconosciuto, il know-how resta tutelabile solo se mantenuto segreto e se il titolare adotta misure concrete per la sua protezione.
Tali misure possono includere:
- clausole di riservatezza (NDA) con dipendenti, collaboratori e partner commerciali;
- sistemi di accesso selettivo alle informazioni;
- policy aziendali interne sulla gestione dei dati riservati;
- strumenti digitali di protezione informatica.
La violazione del know-how – ad esempio attraverso la divulgazione non autorizzata o l’uso illecito da parte di un ex dipendente o di un concorrente – può dare luogo ad azioni civili e penali, con possibilità di risarcimento del danno e inibitoria dell’uso illecito.
Il rapporto tra know-how e brevetti
Il know-how si colloca spesso in un rapporto complementare rispetto ai brevetti. Mentre il brevetto protegge un’invenzione specifica resa pubblica in cambio di un diritto esclusivo temporaneo (di norma 20 anni), il know-how può riguardare gli aspetti tecnici non divulgati o accessori all’invenzione brevettata, come le modalità pratiche di attuazione, le ottimizzazioni di processo o le esperienze di laboratorio non incluse nella domanda di brevetto.
In alcuni casi, il know-how può anche costituire un alternativo strategico al brevetto: se un’impresa ritiene che la pubblicazione della propria invenzione la esporrebbe a rischi di imitazione o se la tecnologia evolve rapidamente, può preferire mantenere il segreto invece di depositare un brevetto.
In altri casi ancora, know-how e brevetto convivono in un pacchetto di diritti che può essere oggetto di licenza o cessione unitaria, rafforzando il valore economico e negoziale dell’asset tecnologico.
Il know-how è, in definitiva, la memoria tecnica e creativa dell’impresa: un patrimonio intangibile che spesso vale più dei beni materiali. La sua tutela richiede non solo consapevolezza giuridica, ma anche una cultura aziendale orientata alla riservatezza e alla valorizzazione delle competenze interne.
In un contesto competitivo dove l’informazione è potere, proteggere il proprio know-how significa proteggere il cuore stesso dell’innovazione.